Curiosità sui luoghi lungo il percorso |
Auronzo di Cadore - la spiaggia delle DolomitiAuronzo (864 metri s.l.m.) si adagia lungo le sponde di un grande lago artificiale ricavato dalle acque del fiume Ansiei. Le fanno da cornice alcune tre le più famose vette delle Dolomiti Orientali: i Cadini di Misurina, le Tre Cime di Lavaredo, la Croda dei Toni. Ad Auronzo sono state ritrovate testimonianze dell'antica colonizzazione romana, prima tappa di una lunga storia che accomuna l'intero Cadore. Nel periodo della Serenissima Repubblica di Venezia (1420-1797), Auronzo dovette far fronte a continue dispute con Ampezzo e Dobbiaco per il possesso dei pascoli a Misurina: la questione con Dobbiaco si risolse solamente nel 1753 con un proclama che tolse ad Auronzo parte dei territori occupati. La contesa è narrata nella famosa della leggenda della vecchia e del gallo. Auronzo (864 metri s.l.m.) si adagia lungo le sponde di un grande lago artificiale ricavato dalle acque del fiume Ansiei. Le fanno da cornice alcune tre le più famose vette delle Dolomiti Orientali: i Cadini di Misurina, le Tre Cime di Lavaredo, la Croda dei Toni. Ad Auronzo sono state ritrovate testimonianze dell'antica colonizzazione romana, prima tappa di una lunga storia che accomuna l'intero Cadore. Nel periodo della Serenissima Repubblica di Venezia (1420-1797), Auronzo dovette far fronte a continue dispute con Ampezzo e Dobbiaco per il possesso dei pascoli a Misurina: la questione con Dobbiaco si risolse solamente nel 1753 con un proclama che tolse ad Auronzo parte dei territori occupati. La contesa è narrata nella famosa della leggenda della vecchia e del gallo. Nel 1508-11, Auronzo combatté al fianco di Venezia la guerra contro Massimiliano I d'Austria e gli alleati della lega di Cambrai; il Cadore sconfisse il nemico, ma il paese ne uscì devastato. Il 13 maggio 1797 giunse a Pieve un reparto di soldati francesi che impartì al Cadore un nuovo ordinamento civile e penale: la regione venne divisa in 6 cantoni, uno dei quali comprendeva Auronzo, Lozzo, Lorenzago e Vigo e ad ogni cantone venne assegnata una municipalità locale. Il 10 novembre 1797 venne pubblicato il trattato di Campoformido col quale Venezia, il Veneto e il Cadore passavano all'Austria. La miseria nel 1801 era al culmine: le requisizioni effettuate dai militari di presidio francesi e austriaci ed il periodo di carestia che le seguì, finirono per esasperare la popolazione ormai stremata. Durante la prima guerra mondiale ripresero gli aspri combattimenti contro gli austriaci che avanzavano dalle montagne di Sesto, in Pusteria, e sul Monte Piana. Auronzo diventò presidio militare dei soldati italiani. Verso il 1100 Auronzo aveva una sua chiesa, dov'è ora la vecchia piazza S. Giustina. Ritenuta troppo piccola, nel 1760 si decise di costruirne una nuova nelle Vare del Corte e nel 1765 si approvò il progetto di Angelo e Felice Del Fabro e Domenico Schiavi, tutti di Tolmezzo. Nacque così, nel 1772, la chiesa maggiore del Cadore: la chiesa di S. Giustina. Alla facciata imponente e semplice si contrappongono all'interno strutture più finemente decorate. Vi sono sette altari; i due grandi dipinti ad olio del coro, La resurrezione di Lazzaro (1827) e La profanazione del tempio (1834) che misurano ben 35 mq. ciascuno, sono opera di Giovanni De Min. Sempre di De Min sono gli affreschi del coro: La Trasfigurazione, L'Incoronazione e i Santi, I quattro Evangelisti e Le tre Virtù Teologali. L'altare maggiore, in marmo, di stile barocco, è di Giovanni Mattiussi da Udine; le statue barocche di S. Giustina e S. Prosdocimo, sono del Ricci di Padova. L'altare barocco della Madonna del Carmine, una volta in legno, è stato ricostruito in marmo dallo scultore Francesco Aloi di Gemona; la statua della Vergine col Bambino è uno dei primi lavori di Tiziano De Luca Cinque Da Borca (1891). Accanto si trova l'altare in marmo dei Santi Nicolò e Silvestro, opera di Pietro Fantoni da Gemona; la pala è del Grigoletti. La chiesa di S. Lucano fu costruita nel 1856 al posto di una chiesetta gotica quattrocentesca troppo piccola per ospitare tutti i fedeli. A disegnare il progetto fu l'architetto Segusini. La chiesa, in stile classico, ha pianta ottagonale; nell'atrio è posta la statua di S. Lucano, opera di Tommaso De Nicolò da Vigo. Il coro e l'abside furono decorati da G. De Min nel 1856, mentre gli affreschi della cupola, rappresentanti I sette doni dello Spirito Santo, sono opera del pittore Modolo (1956). Le statue in marmo dell'altare maggiore risalgono al 1934. Il prezioso organo è opera del De Lorenzi (1859). Auronzo, "la spiaggia delle Dolomiti" è un'oasi di pace e tranquillità: un luogo ideale per passeggiate ed escursioni. Il piccolo e grazioso lido, raccolto nell'insenatura del lago, offre agli amanti della montagna anche gradevoli momenti di vita balneare. Misurina - la perla delle DolomitiIl nome "Misurina", in Ladino "Mesorina", deriverebbe dall'unione dei termini "Meso ai Rin", cioè "in mezzo ai ruscelli" (nel XVI secolo si credeva infatti che sia il Piave sia l'Adige nascessero dal suo lago). Misurina è detta "la perla del Cadore", in uno degli scenari più belli delle Alpi. Il lago è inserito in un pianoro cinto da boschi, ad un'altitudine di 1745 metri; si estende per un chilometro ed è largo oltre trecento metri. Gli fanno da cornice alcune tra le più famose cime dolomitiche: ad ovest il Piz Popena (m 3152) ed il Cristallino (m 2775 - gruppo del Cristallo), a sud il Sorapiss (m 3205) e le Marmarole, ad est i Cadini di Misurina e a nord le Tre Cime di Lavaredo. dalla Serenissima Repubblica Veneta, sia perché importante valico di confine, sia per i suoi pascoli alpini, ancor oggi sfruttati da quattro malghe.La storia della contesa fra Auronzo e Dobbiaco è narrata dalla della leggenda della vecchia e del gallo. Negli anni a cavallo tra il 1800 ed il 1900 conobbe il turismo, con i primi grandi alpinisti come Paul Grohmann e con personaggi storici quali la Regina Margherita di Savoia o il poeta Giosuè Carducci, che tessé le sue lodi in diversi canti. Per gli amanti delle escursioni non c'è che l'imbarazzo della scelta: si va dalla semplici camminate intorno al lago fino alla salita delle pareti nord delle Tre Cime, simbolo che ha permesso a Misurina di essere conosciuta in tutto il mondo, senza dimenticare il Cristallo, i Cadini, il Sorapiss, la Croda dei Toni, il Popena, con la guglia intitolata a Edmondo De Amicis. In inverno si scia da novembre fino a a primavera inoltrata su stupende piste di sci da discesa che scendono dai Cadini e piste di fondo che permettono di godersi lo stupendo panorama sotto il sole. A 6 chilometri da Misurina si trova il Monte Piana (m 2324), luogo dal quale è possibile ammirare lo splendido panorama delle Dolomiti orientali fino ai ghiacciai della Valle Aurina. Su questo monte, nell'ottobre del 1917, si scontrarono in acerrimi combattimenti gli italiani e gli austriaci; una lapide ed una croce ricordano i nostri caduti. Sul Monte Piana si trova il Rifugio Angelo Bosi (m 2205). La leggenda della Vecchia e del GalloLa leggenda narra che, per stabilire il confine tra Auronzo e Dobbiaco, si scegliesse il luogo dove si sarebbero incontrate due vecchie, partite a piedi dai rispettivi paesi, al canto del gallo; la vecchia di Auronzo, però, non vista dai sorveglianti di Dobbiaco, punse il gallo con un ferro da calza: il gallo cantò anzi tempo e l'auronzana fece più strada dell'avversaria. Il confine venne così stabilito più a nord del previsto, al ponte della Marogna.
Dolomia, una roccia particolare
E' ad un'intuizione del nobile francese Déodat Tancrède Gratet de Dolomieu (1750 - 1801), studioso di minerologia, che si deve la scoperta di quella particolare composizione chimica (doppio carbonato di calcio e magnesio) che rende così diverse le rocce dolomitiche. Nel 1789 Dolomieu inviò al geologo Nicholas de Saussure dei campioni di alcune 'strane' rocce, da lui steso raccolte durante una viaggio in Sud Tirolo. Era incuriosito dalla loro anomala reazione all'acido cloridrico: al confronto delle altre formazioni calcaree sviluppavano una ridotta effervescenza. L'intuizione che si trattasse di un minerale sconosciuto fu confermata e, nonostante Dolomieu avesse proposto il nome di 'saussurite', come tutti sanno il nuovo minerale fu invece catalogato, in onore del suo scopritore, con il nome di 'dolomite' mentre fu chiamata 'dolomia' la roccia che lo conteneva. Successivamente, nel 1864, anche all'intera zona montuosa in cui prevaleva questa roccia fu dato il nome, appunto, di Dolomiti.
|